Il sistema emotivo dell’azione

L’azione, qualunque azione, accade all’interno di un’interazione e poiché dall’interazione non si esce, così allora non si smette mai di agire. Si sta sempre facendo qualcosa, magari respirando, fantasticando o sognando, ma sempre rispondendo a qualche bisogno che obbliga ad interagire. L’inazione non è l’uscita dall’azione, ma solo la parziale sospensione da alcuni tipi di azione o del fare, non comunque lo stop assoluto. Per paura posso trattenere il respiro per qualche secondo, ma non bloccare il battito del cuore, smettere di sentire o tendere il corpo per una qualche risposta. L’azione è un fluire variegato ed incessante, dotato di un tropismo che la muove e di un’edonia che le fa da feedback.

La spinta all’azione è modulata dalle emozioni contrarie e conspecifiche della fiducia e della paura. La fiducia genera azione, entusiasmo, avvicinamento, coraggio, intrapresa, crescita. La paura rallenta l’azione, allontana, scoraggia, inibisce l’intrapresa, genera comportamenti di evitamento. I frutti dell’azione efficace sono segnalati dall’edonia della soddisfazione, del piacere e della gioia, caratterizzati da alta eccitazione, al contrario la tristezza avverte dei fallimenti, delle sconfitte e delle perdite. Ma quando la paura determinasse per effetto della fuga la salvezza, allora l’edonia sarebbe quella della gioia.

La fiducia non indica solo lo stato di serenità, calma, sicurezza, ma anche la prudenza, che determina le strategie di salvaguardia, di cautela, di precauzione, di protezione, di tutela, di riparo e di mimetismo. La fede e la speranza invece alimentano l’aspettativa positiva. La meraviglia e la sorpresa positiva aumentano il benessere psichico ed esistenziale, mentre l’illusione rappresenta l’eccesso e l’anticamera della distorsione della realtà.

La spinta all’azione della fiducia ha varie origini. La principale nasce dalla valutazione di sicurezza ambientale, la quale è tanto più grande quanto minori sono i pericoli. Un altro fondamentale aspetto è legato allo stato di salute e efficienza dell’organismo, che integro genera fiducia, mentre nella malattia è nel timore e nella paura. La distanza di fuga è lo spazio che viene inframmesso fra sé ed il pericolo, che diventa meno minaccioso quanto è più lontano. L’affidabilità relazionale, soprattutto negli animali sociali è fonte costante di sicurezza e protezione, mentre, quando venisse a mancare, genererebbe solitudine e paura.

La fiducia è originata da input di oggetti, soggetti, ambienti ed idee belli e/o affidabili e rassicuranti. Anche la vicinanza e l’appartenenza normalmente e in assenza di rabbia generano fiducia. Poiché nella fiducia è incluso il fatto che i bisogni di sicurezza e preservazione siano saturati, allora sono specifici anche gli stati di benessere emotivo e la tranquillità. Infatti aldilà degli stili attributivi del singolo, il criterio a cui risponde la fiducia parte dalle constatazioni: “È bello! È buono! È sicuro e posso fidarmi!”

La paura, l’emozione contraria alla fiducia, serve ad evitare il pericolo, ma non porta certo alla produzione ed alla riproduzione, anzi le inibisce. Se le opposte emozioni della paura e della fiducia stanno all’inizio di ogni agire, le conseguenze dell’azione hanno come feedback la tristezza o la gioia.

La tristezza è figlia delle sconfitte e serve ad elaborare le perdite, mentre i buoni esiti producono la soddisfazione ed anche gioia, la quale ha il compito di rinforzare le azioni vincenti ed efficaci.

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